Esiste un momento nella vita spirituale in cui la misura diventa limite. In cui la prudenza si trasforma in catena. In cui il calcolo razionale diventa la prigione dell'amore.
Gocce di profumo misurate. Come monete contate al mercato.
Quante volte hai misurato il tuo dono? Quante volte hai calcolato il tempo della tua dedizione, razionato il servizio, controllato l'intensità del tuo amore? Come se la vita fosse un'economia di scarsità, dove ogni goccia donata è una goccia perduta.
Nel tuo vaso sigillato riposa una gloria che attende di splendere.
Sei come quel vaso d'alabastro. Prezioso, certamente. Ben sigillato, indubbiamente. Ma un vaso chiuso è solo un oggetto da contemplare. La fragranza che contiene rimane intrappolata, il profumo resta teoria, potenzialità inspressa.
La voce della ragione sussurra incessante: "Preservati. Mantieniti intatto. Calcola il valore. Misura la convenienza." È la voce di Giuda, che vedendo Maria ungere i piedi di Gesù con nardo purissimo, subito calcola: "Trecento denari sprecati. Quanto si sarebbe potuto fare con quel denaro?"
"Rompi il vaso della tua vita. Lascia fluire senza misura."
C'è una logica che trascende il calcolo, una sapienza che appare follia agli occhi del mondo. È la logica dell'abbandono, della resa incondizionata, del dono senza riserve.
Maria lo comprese in quell'istante eterno. Ai piedi del Maestro, spezzò l'alabastro senza rimpianto. Non versò qualche goccia misurata. Ruppe il vaso stesso, in un gesto di dono totale, irreversibile.
E la fragranza riempì la stanza.
Ti sei mai chiesto perché dovette rompere il vaso? Perché non limitarsi ad aprirlo, a versarne il contenuto mantenendo intatto il contenitore? Perché il gesto doveva essere così radicale, così definitivo?
Perché la gloria si rivela solo nell'infrangersi. Perché l'amore autentico conosce solo il linguaggio della totalità. Perché la vita trova il suo senso più profondo solo quando accetta di perdersi completamente.
Questa è la paradossale economia del Regno: ciò che trattieni, lo perdi. Ciò che doni senza misura, lo ritrovi moltiplicato. Ciò che proteggi gelosamente inaridisce, ciò che offri liberamente fiorisce.
"Non è un calcolo di convenienza. Non è un dono che cerca ritorno."
Le logiche del mondo si fondano sullo scambio, sul contraccambio, sul vantaggio reciproco. "Do ut des" - ti do affinché tu mi dia. Ma l'amore divino opera secondo principi completamente diversi. Non calcola il ritorno, non misura il guadagno, non valuta la convenienza.
Ti ritrovi spesso a contrattare con Dio? A negoziare i termini della tua dedizione? A stabilire i confini del tuo dono? "Questo sì, ma questo no. Fino a qui, ma non oltre."
Nel tuo pugno chiuso rimane una grazia che attende di sgorgare.
Il paradosso è che, finché cerchi di preservare te stesso, la tua vita rimane sterile. Finché il vaso resta sigillato, il profumo non può espandersi. Finché il seme non accetta di morire, non può generare vita nuova.
È nella resa totale che si scopre la libertà più autentica. È nello spezzarsi che si manifesta la pienezza. È nel dono incondizionato che la vita trova il suo senso più profondo.
"Quando ti spezzi nel dono totale, la tua vita diventa adorazione."
L'adorazione non è un atto liturgico tra i tanti. È una vita offerta senza riserve. È il vaso infranto che libera tutta la sua fragranza. È l'esistenza stessa che si trasforma in lode vivente.
Quando Maria ruppe il vaso, non stava semplicemente compiendo un gesto di generosità. Stava trascendendo la logica della misura. Stava entrando nella dimensione dell'eterno, dove l'amore non si pesa, non si calcola, non si raziona.
Quando il vaso si spezza davanti a Lui, la casa intera viene riempita.
Ti è mai capitato di trovarti in presenza di qualcuno che ha "rotto il proprio vaso"? Di qualcuno che ha oltrepassato la logica del calcolo e vive nell'abbandono totale? La sua sola presenza profuma l'ambiente. La sua esistenza stessa diventa testimonianza. Il suo essere, più che il suo fare, diventa rivelazione.
Nel dono totale fiorisce il senso della tua chiamata.
Non sei stato creato per essere preservato, ma per essere offerto. Non sei stato pensato per durare, ma per diffonderti. Non sei stato chiamato alla prudenza del calcolo, ma all'audacia dell'amore.
Rompi dunque il vaso della tua vita. Lascia che il profumo si espanda senza misura. Permetti che la gloria nascosta in te si riveli nell'infrangersi delle tue resistenze, dei tuoi calcoli, delle tue paure.
E scoprirai, nel paradosso dell'abbandono, che ciò che sembrava perdita era in realtà il principio del trovare. Che ciò che appariva come fine era in realtà inizio. Che ciò che temevi come morte era in realtà la porta della vita più autentica.
Come incenso che sale al cielo, come profumo che invade ogni spazio.